[Kings of Bidons] Héctor Carretero
La borraccia preferita della sua collezione, quella di cui va più orgoglioso, Héctor Carretero Milla non l'ha raccolta a bordo strada. Non ha avuto bisogno di gridare "¡Un bidon!¡Un bidon!" al passaggio di una corsa: gli è bastato salire sul bus della squadra e chiedere al proprio capitano, che poi era anche il suo idolo da sempre. La borraccia preferita di Carretero infatti "è quella del campione del mondo Alejandro Valverde". Tra qualche ora, tuttavia, Héctor Carretero potrebbe avere un'altra borraccia in grado di giocarsi il titolo di prediletta: la sua prima grande corsa a tappe della carriera ha tutta l'aria di potersi concludere con un trionfo di squadra.
Carretero ha compiuto 24 anni durante questo Giro d'Italia, ma ha trascorso la festa come ogni altro giorno: lavorando per i suoi capitani. "Faccio qualsiasi cosa mi chiedano". Di borracce ne porta una per ciascuno di essi: "Da quando si corre in otto è un po' più facile. Peggio per controllare la corsa, ma meglio per trasportare bidon". In regalo il giorno del suo compleanno ha ricevuto la pioggia e il freddo del Mortirolo: "Ma preferisco comunque le montagne alle volate. C'è meno tensione, ogni cosa si incastra per il meglio". D'altronde il suo innamoramento per il ciclismo è cominciato proprio sulle salite: "A otto anni mio papà mi portò a vedere una tappa della Vuelta e mi regalò una maglia della Kelme. Da allora a poco a poco mi sono affezionato". Prima una bicicletta in alluminio ("Tutta gialla. Non ricordo la marca, e nemmeno so dove sia finita"), poi una trafila nel ciclismo giovanile spagnolo, spesso a pedalare davanti al gruppo, a scortare capitani. Un destino naturale per uno che ha la strada, la carretera, nel proprio cognome.
Se non avesse fatto il ciclista, Héctor sarebbe diventato ingegnere meccanico ("Amo i motori, capire come funzionano"), ma il ciclismo gli piace troppo e per ora preferisce non pensare ad altro. Quando gli si fa notare che sta diventando un gregario fortissimo, una sorta di nuovo Erviti, risponde con un sorriso enorme e gli occhi che brillano. Perché lavorare per la sua squadra lo rende felice, e Carretero la sua felicità non la vuole proprio nascondere: "La bicicletta è mi vida, mi ha dato tutto". E continua a dargli qualcosa, visto che il prossimo regalo, con pochi giorni di ritardo rispetto al compleanno, potrebbe essere un Giro d'Italia vinto, un pezzo di maglia rosa di Richard Carapaz, suo compagno sin dalla categioria Under 23. Occorre giusto un altro pomeriggio di pazienza. "È un sogno, va difeso fino all'ultimo". (FC)