Davide Rebellin è stato il primo ciclista cui abbia rivolto una domanda in vita mia. Dodici domande per la verità, a cui lui replicò con gioia. Era il 2015, alla vigilia di quella che si pensava sarebbe stata la sua ultima stagione da professionista. Ne sarebbero seguite altre 6.
Mi parlò di ciclismo - di bicicletta - con un trasporto che raramente ho ritrovato altrove. Due lunghe email di risposte e una di foto, che si chiudevano così: «Ti ringrazio per l'intervista e per le domande orientate verso la mia sensibilita d'uomo, che ho apprezzato molto.»