[Strade Bianche 2022] Anche oggi la volpe è scappata

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Sarà stato il colpo d'occhio, sarà stato un urlo nella radiolina, saranno state la voglia di farsi vedere, le gambe che scalpitano, o soltanto la noia, maledetta noia. Difficile ipotizzare cosa sia passato nella testa di Carlos Rodríguez da Almuñécar, studente di ingegneria meccanica, ventun anni da un mese, zero vittorie tra i professionisti ma piazzamenti importanti e speranze ancor di più, che ne fanno uno dei più attesi talenti del futuro immediatamente prossimo. Difficile dirsi perché, quando all'arrivo mancavano poco meno di cinquanta chilometri e davanti si era già dispersa all'orizzonte la sagoma assaltatrice di Tadej Pogačar, Carlos Rodríguez abbia deciso che questo era il momento e il giorno per attaccare. In fondo ha fatto la stessa mossa del suo più titolato collega: ha aumentato il ritmo per vedere se qualcuno andava con lui, è rimasto solo, ha tirato dritto.

Ritrovatosi lì in mezzo tra un imprendibile attaccante e un avvilito gruppetto, Rodríguez si è trasformato nell'involontario soggetto di una dinamica di corsa divenuta sempre più comune. Pogačar all'assalto, nel tentativo (costantemente riuscito) di mettere insieme l'arricchimento del palmarès personale con il divertimento del pubblico sul divano, e dietro, distante, il sacrificato. A loro modo, due predestinati. Cambiano i nomi e i volti dei sacrificati, come cambiano i panorami sullo sfondo, ma il protagonista e lo svolgimento restano ben chiari. Dura venti chilometri il volo secondario di Rodríguez, tanto basta per dire che anche oggi qualcuno ci ha pensato a dare la caccia a Pogačar. E anche oggi la caccia è fallita, la volpe è scappata.

Lo scorso autunno Tadej Pogačar confessò di fregarsene del futuro e del suo ruolo nella storia, eppure quella che continua a compiere è un'operazione di ricodifica del ciclismo. Abbatte record longevi nelle corse storiche e apre scenari nuovi nelle gare più giovani. Il tempo ha già cominciato inevitabilmente a erodere la sua precocità, e allora eccolo giocare con le distanze: nessuno mai aveva vinto la Strade Bianche partendo così lontano dal traguardo. E dire che dieci minuti dopo aver attaccato ci stava già ripensando: «Mi sono detto che forse non era una buona idea. Da lì in avanti è stata solo sofferenza. A un certo punto ho pensato che mi sarebbero esplose le gambe e sarei dovuto andare a piedi fino all'arrivo». Sarebbe stato indubbiamente un colpo di scena, uno svolgimento tutto nuovo, ma per il momento Tadej non ha (ancora) bisogno di diversioni podistiche per sorprendere il mondo: gli bastano una bicicletta e degli inseguitori.

(foto: Tornanti.cc)

 

 

 

 

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