Tarallucci e Giro: 28 maggio

Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere. 

Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.

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Ieri, 28 maggio, sedicesima tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:

- Scott Davies, gregario gallese Dimension Data, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;

- le linee del volto di Giulio Ciccone, nello spunto post-tappa;

- tutto il resto (più o meno) nel sedicesimo episodio di Giroglificiil nostro podcast dedicato al Giro.

Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.

 

LA MUSETTE DEL GIORNO

Borraccia intirizzita: Un po' come Van der Velde sul Gavia trent'anni prima di lui, Giulio Ciccone si getta giù dal Mortirolo a maniche corte. Nelle tasche ha molti punti (per la classifica degli scalatori), ma i punti di rado generano calore. L'ultima mezz'ora dell'abruzzese è un continuo imprecare e batter di denti, che si conclude - con una meritatissima vittoria - giusto qualche minuto prima della comparsa dei primi sintomi da assideramento.

Borraccia neghittosa: Jan Hirt da stasera è verosimilmente uno dei corridori meno amati di tutta la provincia di Chieti. L'attacco del suo capitano Lopez dal gruppo dei migliori lo autorizza a rifiutare gli insistenti inviti di Ciccone a collaborare. Poi Lopez viene ripreso e Hirt può finalmente dare il cambio a Ciccone, riacquisendo così il diritto a rimettere liberamente piede nell'Italia centrale.

Borracce fraterne: Il tentativo di Vincenzo Nibali poco dopo l'attacco del Mortirolo è coraggioso e di difficile realizzazione, soprattutto se portato in totale solitudine. Lo squalo infatti non è solo: riceve dapprima una borraccia da Francisco Ventoso della CCC, poi incontra per strada due sue compagni, suo fratello Antonio sulla salita e il solito Damiano Caruso più avanti. Il problema di Nibali è che anche il suo avversario principale può godere di un appoggio fraterno: e se quel fratello si chiama Landa, la missione dei rivali non è delle più semplici...

Borraccia calante: Pur senza crollare, Primoz Roglic cede. Tutto lascia pensare all'inizio della fine, per lui. Tutto tranne la sua faccia - sempre largamente impassibile - e le sue parole: "Il Giro non è finito" dice all'arrivo, rinvigorendo le speranze dei due pullman di tifosi arrivati nei giorni scorsi dalla Slovenia per lui.

 

VISTO AL GIRO

Maledette mantelline

Non farà freddo come in discesa dal Mortirolo, però almeno in sala stampa conviene coprirsi, vero Giulio?

Quando si dice la sfiga

194 chilometri di tappa, 4800 metri di dislivello Mortirolo compreso, una giornata sotto la pioggia. Poi arrivi al traguardo e ti si piega il cambio proprio quando ti mancano le ultime centinaia di metri prima dei bus. Per il già citato Scott Davies non è stata proprio una giornata memorabile.

Quando si dice l'attesa

194 chilometri di tappa, 4800 metri di dislivello Mortirolo compreso, una giornata sotto la pioggia. Poi arrivi al traguardo e non solo ti tocca l'antidoping, ma all'uscita devi pure sfidare una mischia di giornalisti che aspettano solo te. Per Vincenzo Nibali l'immediato post-tappa poteva essere un po' più leggero...

I grandi classici

Perdonate lo screenshot vecchio stampo, ma un passaggio di borraccia come quello tra Ventoso e Nibali non potevamo non ricordarlo.

 

 

SENTITO AL GIRO

«Sono in arrivo formazioni nuvolose cariche di pioggia che potrebbero esprimere la loro azione nel corso del pomeriggio».
(Il Professor Fagnani, a cui non si può non volere bene) 

«Siamo erotizzati dal sogno di uno scatto».
(Fabio Genovesi al diciottesimo giorno di solitudine)

 

 

 

 

 

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