[Kings of Bidons] Scott Davies

Al bus della Dimension Data non ci sono borracce questa mattina. Sono state caricate tutte sulle ammiraglie, i corridori ne avranno bisogno durante la tappa. Eppure c'è da scommettere che se qualcuno avesse anche solo un accenno di sete, Scott Davies si precipiterebbe a cercargli dell'acqua. Non tanto per un innato istinto da gregario; semplicemente per gentilezza. Perché si dice che Scott Davies sia il corridore più gentile ed educato del gruppo. Lo dicono i compagni di squadra e gli avversari, persino il suo coinquilino - Owain Doull della Ineos - che una volta tornò a casa da un ritiro e trovò la sua bici lavata con cura. "Mi dispiaceva vederla lì sporca. Stavo lavando la mia, in fondo erano solo dieci minuti in più. È stato il mio modo per augurargli Buon Natale", dice Davies con una punta di rossore. La gentilezza per Scott è importante, anche se “una volta che si salta in sella tutto cambia".

Gentilezza o meno, il servizio agli altri per il momento fa parte del lavoro di Davies, 24 anni, professionista da appena un anno: “Fa parte dell'apprendistato degli esordienti. Sono felice di essere qui al Giro ad aiutare più che posso". Al World Tour Davies ci è arrivato grazie al quarto posto al Giro Under 23 nel 2017, ma al Giro di quest’anno ci è arrivato soprattutto per ripartire. La sua stagione passata si era conclusa con una scapola rotta ai piedi del San Luca, al Giro dell’Emilia: "È stato bello ricominciare da lì e soprattutto vivere una giornata migliore, anche se poi il risultato della mia crono non è stato nulla di speciale".

Al ciclismo ci è arrivato quasi per caso, con una bici regalatagli per Natale quando aveva 11 anni. Però dalla sua aveva la geografia: Scott è nato a Camarthen, cittadina del Galles che ospita il più antico velodromo in cemento ancora in uso, inaugurato nel 1900. Al Camarthen Park ci è arrivato dopo le prime uscite in strada, e ancora ci torna ogni tanto: "La pista non è la mia passione, ma è bello cambiare ogni tanto. Vado a provare le bici da crono e ad aiutare il veloclub locale, che organizza sessioni tutte le settimane". 

Per il ciclismo gallese questo non è un momento qualsiasi, c'è un boom di nuove corse e nuove squadre. "E' alle stelle! Non potrebbe andare diversamente, dopo aver avuto un vincitore del Tour de France. Geraint ha fatto qualcosa di grande per sé ma anche per tutto il movimento". Scott Davies vuole proseguire sulla stessa strada, dare il proprio contributo affinché tra le lingue del ciclismo entri stabilmente il cymraeg: "Bici si dice beic, mentre borraccia è potel. L’acqua invece è dŵr, e soprattutto è essenziale: senza quella in corsa saremmo fottuti".  (FC)

 

 

 

 

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