Tarallucci e Giro: 31 maggio
Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere.
Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.
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Ieri, 31 maggio, diciannovesima tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:
- Michael Schwarzmann, apripista e "uomo di spinta" della Bora, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;
- vincitori gentili e montagne spietate, nello spunto post-tappa;
- tutto il resto (più o meno) nel diciassettesimo episodio di Giroglifici, il nostro podcast dedicato al Giro.
Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.
LA MUSETTE DEL GIORNO
Borraccia (sempre) sorridente: Il bello di Esteban Chaves è che questa “borraccia sorridente” avremmo potuto assegnargliela in una qualsiasi delle tappe precedenti del Giro, o di tutti i Giri che ha corso. La sua condizione di serenità è esistenziale più che circostanziale, e il ritorno alla vittoria sembra quasi una naturale conseguenza del suo atteggiamento perennemente positivo. Felice lui, felici tutti – per davvero.
Borraccia scesa: La catena di Andrea Vendrame salta due volte sull’ultima salita, lasciando il corridore dell’Androni con l’atroce dubbio circa l’esito che avrebbe potuto avere per lui la tappa senza guai meccanici: perché, nonostante tutto, Vendrame a San Martino di Castrozza arriva secondo (e sfinito). Una specie di incubo per uno che qualche mese fa in una intervista aveva dichiarato che “io mi innervosisco molto quando la bici non è perfetta, e da solo non riesco a sistemarla”.
Borraccia ardimentosa: Nel gruppo maglia rosa la voglia di darsi battaglia salendo a San Martino era in linea con la pendenza media della salita: bassina. Ci provano soltanto in due, tra i big: Miguel Angel Lopez (47 secondi recuperati) e, soprattutto, Primoz Roglic. Il tentativo di attacco del secondo potrebbe aver significato sia una ritrovata fiducia in salita che – meno entusiasticamente – un omaggio ai numerosi tifosi sloveni sparsi sul percorso. Tra qualche ora maggiori delucidazioni al riguardo.
VISTO AL GIRO
Percorso natura
La tappa sta per partire, il bus della squadra è già andato e Formolo ha un’impellenza fisiologica. Si apparta oltre un sottopassaggio, ma anche qui - nonostante il loro idolo non avesse esattamente una penna tra le mani - dei bambini lo raggiungono per un autografo. Very very Giro.
Flemish koala
Sono arrivati da Ballarat, Australia, i tifosi di Mathew Hayman al Giro d'Italia. E uno potrebbe pensare che siano fuori tempo e fuori luogo, ma loro no. Dopo il ritiro di Hayman sono rimasti dei sostenitori della Mitchelton, e non si può dire che non abbiano portato bene. L'idea di un koala in versione leone delle Fiandre però è arrivata dopo la trasferta fiamminga per l'addio alle classiche di Hayman dello scorso anno. A precisa domanda su chi sia il genio che ha ideato cotanto logo, la risposta è la più sincera: "è stata la birra".
Choco Leche
Volete sapere cosa mangia una maglia rosa all'inizio di una tappa di montagna. Questa è una foto del reperto cadutogli di tasca dopo il via, tutto il resto lo potete scoprire su Giroglifici.
Colombia es pasion
Non saranno uguali alle Ande, ma pure le Dolomiti possono rivelarsi uno stadio perfetto per celebrare la passione dei tifosi colombiani. E se poi ci si mette Esteban Chaves a fargli un regalo così...
SENTITO AL GIRO
«Questa curva lo presenterà all'ultimo chilometro»
(lo speaker Paolo Mei si occupa dei convenevoli)
«Se esiste un canederlo di 77 chili, oggi qualcuno può attaccare»
(Fabio Genovesi ha mangiato tanto e bene)