Tutto bianco

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Secondo Thomas Pidcock, terzo classificato, il contesto invogliava di più a mettersi gli sci ai piedi. Secondo Fem van Empel, vincitrice all'ultimo respiro dopo aver dominato sin dalla partenza, in Val di Sole sarebbe meglio tornarci d'estate, quando farà meno freddo. Secondo Eli Iserbyt, quarto ma sempre più leader di Coppa del Mondo, sarebbe bello farne anche due o tre di gare, una volta venuti fin qui. Secondo Marianne Vos, che ha gettato via la sua rimonta sbagliando l'ultima curva, è stato bello scoprire un percorso diverso dopo 10 anni di professionismo. Anche secondo Wout van Aert, vincitore pure questa volta, è stato divertente. 

Il gioco delle corse in bicicletta sta tutto lì: balzare in sella e divertirsi. Non sempre ci si riesce, a volte hanno la meglio il freddo, la stanchezza o la tensione, ma in ogni caso ci si prova. Altrimenti chi te lo fa fare di sobbarcarti un viaggio attraverso l'Europa, salire sulle montagne e prenderti una botta di gelo del genere? Alla fine della prova di Coppa del Mondo in Val di Sole si potrebbe provare a tracciare una linea nella neve per dividere chi si è divertito da chi no. Ma la linea sarebbe bianca come lo sfondo, e non si distinguerebbe, come van Empel ha faticato persino a distinguere le tracce in cui infilare le ruote. 

Di certo si sono divertiti i bambini che si sono rotolati a terra per tutto il pomeriggio. E di certo si è divertito van Aert, che quel sorriso stampato in faccia proprio non ha intenzione di toglierselo. Ride, firma autografi, scatta foto, parla con tutti. Correre in Italia gli piace: vince spesso e ama l'entusiasmo del pubblico, tanto che non è raro leggere qualche parola in italiano nei post sui suoi social. Scritti senza nessun segreto: «uso sempre Google Translate, altrimenti so dire solo 'Grazie mille'».

Ma non è solo per questo che, sin dalla presentazione del calendario di Coppa, Wout van Aert ha desiderato esserci in Val di Sole. Era l'esperimento che lo attirava, l'idea di fare una cosa nuova... e la neve, che gli è sempre piaciuta, tanto che un tempo andava a sciare ogni mese di marzo, quando finiva la stagione. «Poi ho avuto l'idea di correre anche su strada, e con quella è finita l'idea di sciare: dopo la Roubaix la neve è tutta sciolta». Così resta perplesso da chi gli suggerisce "Re della neve" come soprannome. Non gli torna proprio, ammette che preferirebbe "Re del ciclocross". Intanto si è preso un'altra vittoria. La terza di fila in questa sua stagione ridotta, ma la prima sulla neve, dove tornerebbe a correre volentieri nei prossimi anni, «anche se in futuro sarà sempre più difficile trovarla, con il surriscaldamento globale che avanza». E nel dirlo il suo sorriso si spegne un attimo, nonostante si sia proprio divertito.

 

(foto di copertina: Tornanti.cc)