Classifica appunti del 24 maggio 2021

 

Una serie di appunti presi durante il Giro d'Italia 2021 da Leonardo Piccione e riproposti senza particolare ordine. Elenchi, pensieri, foto e stralci da un viaggio al seguito dell'edizione 104 della Corsa Rosa.

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I tavolini del bar della stazione di Nova Gorica sono pieni. Uomini e donne di tutte le età conversano e sorseggiano - prevalentemente birra Laško - all'ombra del monte Sabotino, davanti a quattro binari e due treni merci fermi.

Parlano sloveno. Persone, tabelle degli orari e listini prezzi usano una lingua che non conosco in un mondo che non conosco e che però già ritorna familiare, oltrepasso la piazzetta e sono di nuovo in Italia, i segnali stradali riacquistano il solito font, il classico bordo azzurro contorna i nomi delle vie.

Il confine c'è ma non si vede, si attraversa ma non ferma, serve solo a inondare il cellulare di messaggi della TIM che continua impazzita a darmi il benvenuto in un Paese diverso.

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Due anni fa Victor Campenaerts percorse pedalando 55,089 chilometri in un'ora, record tuttora imbattuto. Era un grande specialista della lotta contro il tempo - nel senso che andava fortissimo a cronometro: campione nazionale ed europeo in carica. Subito dopo smise di vincere.

È cominciata l'epoca di Ganna, di Van Aert, di Evenepoel, tutti più giovani e più forti di lui, così la lotta contro il tempo di Campenaerts è diventata una lotta contro il tempo che passa, un tentativo di reinventarsi prima che sia troppo tardi, incombenza che l'età riserva a tutti e che Campenaerts ha accolto come meglio poteva. Ha modificato la sua preparazione, ha ricalibrato il suo allenamento, ha adattato il suo corpo.

A quasi trent'anni ha deciso di diventare un altro, ed è tornato a vincere.

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Una dichiarazione d'intenti poche altre volte ascoltata da un vincitore di tappa:

«We want to change the world.» (Victor Campenaerts, con riferimento alla missione della Qhubeka, la sua squadra, intenta a distribuire biciclette in alcuni paesi africani.)

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Una cosa che mi ha risposto una delle persone più interessanti che ho intervistato finora in questo Giro:

«Non ho un ciclista preferito... Non tifo molto. Però mi piace vedere la gente che corre, perché è figo.» (Stefano, 10 anni, di Gorizia, dopo aver recuperato dal ciglio della strada l'ultima borraccia rimasta a Victor Campenaerts, vincitore di tappa nella sua città.)

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Un memorabile botta e risposta tra un reporter e il leader della classifica generale:

- Per te è più importante avere accanto Ganna o Moscon?
- Secondo me è importante avere Puccio.

(Egan Bernal, maglia rosa anche delle risposte efficaci.)

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Un'altra cosa, anche questa assai ragionevole, che ha detto Bernal in riferimento al tappone dolomitico:

«Domani non sarà una buona idea rimanere solo.» 

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Una di quelle regole semplici che dovrei tenere più spesso a mente:

 «Io sono sempre così... Come dite voi, sorridente. Perché la bicicletta è fatica, sofferenza, salite, pianura fatta forte. Ma con una risata e una battuta viene tutto più facile.» (sempre Lorenzo Fortunato, sempre contagiosamente allegro, citato anche nella quindicesima puntata di #GIROglifici2021)

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Una citazione con cui chiudere:

«Le montagne rosa e la Corsa Rosa erano destinati a incontrarsi. Un'inevitabile storia d'amore come quella che racconta ogni tramonto, quando il sole tinteggia le Dolomiti e rinnova la leggenda di Re Laurino e del suo giardino di fiori.» (l'incipit del pezzo di Filippo Cauz pubblicato oggi sul sito del Giro).

 

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Puntate precedenti:
13 - 23 maggio
12 - 22 maggio
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10 - 19 maggio
09 - 17 maggio
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06 - 14 maggio
05 - 13 maggio
04 - 12 maggio
03 - 11 maggio
02 - 10 maggio
01 - 09 maggio

 

 

 

 

A cura di Leonardo Piccione. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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