[Imola 2020] Beastmode

A inizio anno, sul calendario di Anna van der Breggen questo risultava un sabato qualsiasi. L'ultimo circoletto del suo 2020 era segnato due mesi più indietro: la difesa dell'oro olimpico avrebbe dovuto rappresentare il suo ultimo giorno da ciclista. Non è normale che un'atleta si ritiri a poco più di 30 anni, ma nella vicenda sportiva di Van der Breggen il normale è stato già da tempo soppiantato dall'eccezionale. Eccezionale doveva essere il 2020 per lei, invece lo è diventato per il mondo intero. Tanto che l'anno eccezionale di Anna van der Breggen arriverà nel 2021, spalancando le porte a un dilemma cronologico: che farsene del 2020, nel 2020?

Nel momento del rinvio delle Olimpiadi, Anna ha pensato che non sarebbe stato un grande problema. Non voleva concludere la sua carriera con una stagione dimezzata come questa; tanto bastava come motivazione per spostare quel circoletto al 2021. In mezzo avrebbe raccolto quello che trovava. Mica male poter vivere una stagione due volte per chi ha ancora qualche titolo da conquistare: «se vinco bene, se non vinco pazienza, ci riprovo l'anno prossimo». Ma il mondiale chissà, Anna non sa ancora se la sua prossima stagione proseguirà sino in fondo. La maglia iridata, preda succulenta, meglio catturarla subito.

Nello slang statunitense esiste un termine che indica la capacità di compiere diverse attività senza perdere energie e concentrazione, persino senza pause, come farebbe un animale focalizzato sulla preda: beastmode. Non dormire per giorni interi è beastmode. Un weekend di feste scatenate senza interruzioni è beastmode. E cosa si potrebbe dire del conquistare un Giro e due titoli mondiali nella stessa settimana? Beastmode.

A Imola, Anna van der Breggen è rientrata nel suo beastmode a 42 chilometri dal traguardo. La distanza è leggermente più lunga della sua fuga vincente a Innsbruck, ma l'animale predatore quando vede il terreno per attaccare non si perde in calcoli, specie se il branco è dalla sua parte. Sulla salita di Cima Gallisterna ci dà dentro Marianne Vos (che arriverà quarta, alle spalle di Elisa Longo Borghini) e seleziona il gruppo. Dopo di lei ci dà dentro Annemiek van Vleuten (che arriverà seconda, nove giorni dopo essersi rotta un polso) e frantuma le speranze di chi resta. Infine ci dà dentro Van der Breggen e se ne va da sola, sguardo fisso in avanti.

Van der Breggen si trasforma in un giocatore di football americano che si lancia a testa bassa con l'ovale stretto tra le mani, incurante di ogni ostacolo, verso un unico punto: la linea d'arrivo come endzone. Un gesto bestiale quanto ordinario nel suo 2020 prima versione, nel quale si è messa addosso la penultima maglia iridata l'altroieri, l'ultima oggi.

infila sopra una maglia rosa, una di campionessa europea e una di campionessa nazionale. Cinque prede in cinque settimane. Sarà un inverno caldo a casa Van der Breggen, dopo una stagione breve ma bestiale. Prima di ricominciare, un'ultima volta.

[Filippo Cauz - foto di Tornanti.cc]

 

 

 

 

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