Tarallucci e Giro: 29 maggio

Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere. 

Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.

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Ieri, 28 maggio, sedicesima tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:

- Josef Černý, gregario della CCC dalla maglia tricolore, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;

- fratelli, pinguini, biathlon e contadini, nello spunto post-tappa;

- tutto il resto (più o meno) nel diciassettesimo episodio di Giroglificiil nostro podcast dedicato al Giro.

Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.

 

LA MUSETTE DEL GIORNO

Borraccia imprendibile: Nans Peters sapeva di avere una sola carta da giocarsi, contro fuggitivi di tal risma, ma non sapeva quando. Poi ai meno quindici ha visto un po' di contropendenza sulla strada e un po' di esitazione sul volto dei compagni d'avventura e se ne è andato. Una carta sola, ma ben giocata: l'hanno rivisto in conferenza stampa, dove commentava felice il suo primo successo da professionista.

Borraccia riscattata: L'ultimo piazzamento in top ten nella carriera di Esteban Chaves risaliva alla nona tappa del Giro 2018. Da allora un anno intero trascorso senza risultati, e perlopiù anche senza corse. Per uno che in carriera ha vinto un Lombardia e che ha podi e tappe a Giro e Vuelta, un'enormità. Ma per uno che temeva di non tornare nemmeno a disputarlo, un grande giro, è già un grande risultato. E questo spiega il suo arrivo felice e commosso.

Borraccia stinta: Per ottenere un risultato importante al Giro, Bob Jungels ha rinunciato persino a disputare le classiche delle Ardenne, lui che era il vincitore uscente della Liegi-Bastogne-Liegi. Il suo Giro però non è mai entrato davvero nel vivo, tanto da scivolare sempre più giù in classifica e trovare il lasciapassare per entrare in fuga. Dove la situazione non è cambiato: benché il più titolato, è l'ultimo dei fuggitivi a tagliare il traguardo.

Borracce resistite: Quello di Santa Maria di Sala è l'ultimo arrivo per velocisti di questo Giro, e non è che ne restino poi molti, di rappresentanti della categoria. Questo pomeriggio Démare e Ackermann si giocheranno ultimo sprint e maglia ciclamino, ma dopo la pioggia e il dislivello accumulati, il loro è già un Giro da celebrare.

Borracce sì e no: Ad Anterselva Richard Carapaz fa solo uno scattino, tanto basta per rifilare a Vincenzo Nibali altri 7". Dice il capitano della Bahrain che questa è stata una giornata no. Per l'ecuadoriano della Movistar invece deve essere stata un'altra giornata sì.

 

VISTO AL GIRO

Ok, sarà una tappa pericolosa

Nei corridoi sotterranei che portano al Quartiertappa compaiono scritte minacciose.

Si vede la bandiera?

Se si parte sin da Verona per essere presente nei pressi dell'arrivo di tappa, è importante assicurarsi di essere visibili. Abbiamo chiesto, sono 4,5 metri di bandiera, naturalmente cucita a mano.

Cambio di orizzonte

Renaat Schotte, inviato belga di Sporza, ha seguito ogni tipo di ciclismo, in lungo e in largo per il mondo, per diversi anni. In mezzo a un campo da biathlon però non ci si era mai trovato, ed è rimasta sorpreso al punto da farsi un selfie.

 

 

 

SENTITO AL GIRO

«Primo è Carapaz, un ecuadoregno»
«Ma quale equadoregno, secondo me l'è de Bressanon»
(geografie possibili al bar di Ossana, val di Sole) 

 

 

 

 

 

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