Triomphe des trophées - guida illustrata ai trofei del Tour de France

Il gruppo irrompe sugli Champs-Élysées. Il sole tramonta. Dopo aver pedalato per tremilaottocentoottantaquattro chilometri, chi ha avuto la fortuna di completare il Tour de France si gode il paesaggio unico e la festa. Tutti tranne i vincitori della tappa e delle classifiche. 

Per loro la corsa si prolunga qualche momento in più: prima dei bagordi devono affrontare le gioiose forche caudine del cerimoniale e ritirare gli ambìti trofei. È quello il momento in cui i collegamenti televisivi di tutto il mondo mandano le pubblicità, passano la linea allo studio, salutano per lasciar spazio al programma successivo.

Ci è sempre sembrato un peccato che questa torrenziale televendita premiazione sia riservata soltanto al pubblico in loco (e quest'anno non c'era nemmeno quello).

Abbiamo quindi pensato di condividere con i nostri lettori il dettaglio degli oggetti che da ieri pomeriggio arredano i salotti dei vincitori del Tour de France 2020.

 

 

Ogni vincitore di tappa al Tour riceve una medaglia dorata raffigurante il percorso della Grande Boucle. Ma si sa, gli Champs-Élysées non sono un luogo qualunque e vincere a Parigi non è vincere una tappa qualunque.

Si tratta pur sempre dell'arteria commerciale della capitale, motivo per cui Sam Bennett ha ricevuto un grazioso souvenir raffigurante la Tour Eiffel, acquistato a due euro e cinquanta su una bancarella a pochi metri dal podio.

Oltre che un intramontabile soprammobile, la miniatura si dice utilissima anche in caso di avvistamento del primo ministro in tribuna.

 

 

Oltre a vincere la tappa, Bennett si è aggiudicato anche la maglia verde, e con essa una raffinata ciminiera in cristallo, con delicati riflessi smeraldo, in tono coi fiori del bouquet. Forma slanciata e dimensioni lo candidano a perfetta pinta da birra, tanto che negli anni Peter Sagan ne ha allestito un intero servizio per quando invita gli amici a casa.

La colorazione risulta quanto mai azzeccata nel caso di Bennett, per trasformarlo nel re del pub di quartiere il giorno di San Patrizio.

(Per non scontentare astemi e minori, il Tour completa il pacchetto con il morbido peluche di Félix la lince, perfetto per un sonno...veloce. Insomma, a casa degli sprinter, vincono tutti).

 

 

Le vacche saranno un classico di tutti i paesaggi di montagna francesi, ma per il miglior scalatore sono proprio magre. Certo, l'amatissima maglia a pois si sposa con il bouquet più grazioso di tutti, potendo comporsi di fiori rossi e bianchi; ma per quanto riguarda il trofeo non vi è di meglio di un grosso fermaporte in plastica a guisa di ciclista ingobbito.

Brutto e ingombrante, garantisce quantomeno l'efficacia nel non far sbattere le porte in giornate ventose, che per i leggeri scalatori sono sempre critiche.

 

 

Al miglior giovane del gruppo maglia e bouquet – ormai l’antifona è piuttosto chiara – bianchi. Il premio si completa però di un pregiato sottopentola extralarge di colore azzurro. Un oggetto ideale per scodellare la polenta o imbandire sontuosi taglieri di affettati durante le cene di famiglia più affollate.

C'è da scommettere che sarà il primo ad essere utilizzato al ritorno a casa.

Il protocollo non lascia nulla al caso, e deve essersene accorto Tadej Pogačar, vincitore di maglia a pois, bianca e anche gialla. La sua casa sarà perfettamente arredata, la sua tavola imbandita, nemmeno se sotto l’arco di trionfo avesse incontrato Giorgio Mastrota in persona gli sarebbe andata meglio.

Neanche il tempo di chiederlo, infatti, ed ecco arrivare anche per lui lo sfaccettato boccale, questa volta di un sobrio color cristallo.

 

 

Ma gli Champs-Élysées sono zona di grandi catene d'abbigliamento, così il Tour per questa edizione così particolare ha voluto completare la cabina armadio di casa Pogačar con due oggetti di gran comodità.

Ecco due manichini ad altezza uomo, ideali per confrontare gli outfit delle inevitabili cene di gala invernali ma anche per darsi delle arie esponendo in salotto le ultime maglie conquistate.

 

 

Quando nelle menti dei presenti comincia ad aleggiare il dubbio che questa più che una lotteria sia una truffa, ecco arrivare le cerimonie dedicate al Supercombattivo e alla classifica a squadre. Entrambe le graduatorie valgono la conquista di un invadente numero segna-tavolo accettato in tutte le trattorie di Francia.

Vista la presenza abituale della Movistar sembra che l'oggetto sia riconosciuto ormai anche al di là dei Pirenei.

 

 

La vera chicca arriva però con il podio finale, quando il vincitore del Tour si aggiudica l'ultimo trofeo di giornata: la Coupe Omnisports. Quello che, a prima vista, sembrerebbe un mastodontico posacenere smaltato color cobalto, impreziosito da discutibili figurette dorate, è addirittura un regalo personale di Monsieur-Le-President.

L'oggetto (che Pogačar ha saputo riciclare immediatamente in un pratico portaoggetti) è realizzato a mano da artigiani specializzati, in una antichissima bottega di Sèvres, la cui fondazione risale addirittura a Luigi XV.

Chi dovesse premiare con esattezza il figlio del Re sole con tante ceneriere di dubbio gusto è una domanda legittima, alla quale, purtroppo, non sappiamo rispondere.

 

 

Il podio finale è anche l'occasione per elargire un ricordo anche al secondo e al terzo classificati. Per loro c'è un simpatico segnaposto in metallo, sempre della linea Ciclista Ingobbito: oggetto di design di grande pregio e di dubbia utilità.

Ma questo, nella notte di Parigi, sembra essere il fil rouge.
 

(Michele Polletta / Filippo Cauz - foto di Tornanti.cc)

 

 

 

 

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