In de grote tent - Viaggio nella musica del ciclocross fiammingo

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Questo weekend per gli appassionati di ciclismo belgi, e per estensione in tutto il resto del mondo, ha un significato particolare, è il momento del cambio della guardia. Tra Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne si disputano le prime prove su strada, che rappresentano anche i primi traguardi prestigiosi a livello internazionale, a soli sette giorni dalla chiusura della stagione di ciclocross. Sarà un passaggio traumatico ma ugualmente veloce: l’incedere degli appuntamenti porterà tutti ad abituarsi in fretta. È uno degli aspetti più belli del ciclismo, uno sport che ha la rara fortuna di abbracciare quasi tutti i 365 giorni dell’anno.

Per chi ha però un posto particolare nel proprio cuore per il ciclocross, quelli che arrivano sarano tempi bui, sette/otto mesi di attesa prima di rivedere la luce: troppi per accontentarsi dei ricordi. E dire che di cose da ricordare ce ne sarebbero tante, nella stagione in cui abbiamo constatato definitivamente come Van der Poel sia il ciclista più forte della nostra epoca. Potremmo continuare a riempirci gli occhi riguardando le sue prodezze, o rivivendo sfide strepitose come il campionato nazionale belga o le prove femminili di Bogense e Zonhoven. Potremmo anche ordinare una fornitura di birre dal Belgio da bere in quei momenti, magari dopo aver fritto una montagna di patatine. Ciò che continuerebbe a mancarci sarebbe qualcosa da ascoltare. Perchè il ciclocross non è solo azione, spettacolo e birra, è anche musica. Musica di pessima qualità, sia chiaro, ma comunque un suono unico che si irradia dal tendone-bar di fianco al percorso e rimbalza tra altoparlanti e improvvisati trenini.

Chiunque abbia mai assistito a una gara di ciclocross nelle Fiandre sa bene quanto sia dionisiaca l’atmosfera del tendone, un ambiente che si ripete solo in rarissimi casi in altre competizioni ciclistiche. Una sagra di paese fatta di suono e birra, di vassoi che diventano frisbee, di ciclisti che si improvvisano nel crowd surfing, di spintoni, danze, sorrisi. Il tendone è la più improbabile pista da ballo al mondo, e spesso è la cosa che più manca in questi mesi di off-season. Per coccolare le nostre orecchie, dunque, abbiamo deciso di selezionare una sorta di hit parade del ciclocross, una raccolta di quelle musiche che in tutti questi mesi lontano dalle corse riusciranno ancora a farvi sentire il fango sul pavimento del salotto di casa.

 

* De Romeo’s - Viva de cyclocross
Che lo si metta all’inizio o alla fine, a metà festa o in loop per tutto il pomeriggio, questo non può non essere vissuto come un inno alla passione che tutti unisce. “Viva de Cyclocross” in realtà è solo una rielaborazione di “Viva de Romeo’s”, brano autoreferenziale di questa boy band nata a cavallo tra il Brabante fiammingo e la provincia di Anversa che era a sua volta una rilettura del brano tedesco “Viva Colonia” degli Höhner. E in effetti già dal primo ascolto si respira un clima quasi da Oktoberfest, ma basta dare un occhio al video per accorgersi del contesto giusto. Lo scenario è infatti il mondiale di Koksijde 2012, tra la folla del tendone e la concentrazione dei camper, con tanto di benedizione da parte della divinità Sven Nys e dell’iridato Niels Albert. Non si può dire che abbiano portato male: in quell’edizione i belgi occuparono i primi 7 posti in classifica.

Siamo tornati di nuovo
Siamo di nuovo completamente liberi
Viva il ciclocross!
Amiamo il fango
L’eccitazione e l’atmosfera

 

* Snollebollekes - Links Rechts
Gli Snollebollekes sono una band fondamentale del ciclismo mondiale. È impossibile completare una compilation di questo tipo senza inserirli, forse solo Paolo Conte ci ha dato altrettanto. A rappresentare il performer Rob Kemps è una manciata di esseri tondi e pelosi, gli Snollekebolleke apppunto, che saltano e rimbalzano nei videoclip della band come il pubblico durante i loro pezzi. Il vero problema di una proposta artistica così importante e variegata è scegliere un pezzo. Perchè omettere hit come la primigenia “Snollebolleke” o l’avanguardista quadriglia di “Vrouwkes” è quasi un peccato mortale. Eppure non esiste nulla della potenza di “Links Rechts”, melodia che si coglie con chiarezza persino dagli streaming irregolari delle corse minori. Un pezzo che persino nel testo è dedicato ai tendoni, motore inarrestabile che fa spostare il pubblico, i bicchieri da riempire, financo il tendone stesso, a destra e a sinistra, all’infinito.

 

* Marianne Weber - Als sterren stralen
Il termine “levenslied” potrà non suonare familiare a molti, ma nel pop neerlandese è un concetto fondamentale. Rappresenta infatti il tentativo di rileggere la chanson francese in lingua locale. Il risultato fa pensare più ad Albano e Romina che a Gainsbourg ma vabbè, non perdiamoci in sottigliezze. L’importante è abbracciarsi, volersi bene, cantare; le stelle brillano su di noi.

 

* De Zware Jongens - Jodeljump
Il ciclismo è una grande nazione, riunisce sulle sue strade un popolo unico, a qualsiasi latitudine. È così che nelle pianure fangose delle Fiandre risuonano gli jodel delle Alpi, ed è naturale che sia così, basta avere un boccale di birra in mano e lasciarlo traboccare. Allo stesso modo può capitare di ritrovarsi tra le praterie del West o su una spiaggia dorata del Quintana Roo o sentire persino riecheggiare un gospel. E tra uno jollala e un oompa loompa si affaccerà sempre lo spirito di Sven Nys.

 

* Arjon Oostrom - Zakka zakka
In certi casi le parole sono inutili, si può solo saltare e sperare di mantenere l’equilibrio. Zakka Zakka è uno di quei momenti, ci si trova catapultati in una puntata extra di “Colpo Grosso” o in una discoteca sulla neve, non sarà un caso che il locale da cui è partita la luminosa carriera di Arjon Oostrom sia proprio l’Aprés Skihut di Rotterdam. En van je zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakka zakkaaaaa...

 

* Bart Kaëll - Het is fest
"È festa!". Basta osservare pochi minuti del video di Bart Kaëll per comprendere ciò che succede quando si festeggia in un paese fatto di campagne. E se intorno non c’è erba ma fango, cambia poco.

 

* ABBA - Dancing Queen
La Fiandre non sono un’isola, e per quanto i fiamminghi amino festeggiare con la loro musica, ci sono pezzi che fanno ballare tutti. Inframezzate tra le hit locali, sotto il tendone risuonano anche i Kings of Leon, Gala, "The wild rover", Zombie Nation, persino un improbabile remix dance di "Con te partirò"... e inevitabilmente gli Abba. La foto che apre questo articolo arriva direttamente da "Dancing queen", dal tendone dello Scheldecross che si incendia talmente tanto che sembra di poter volare.

You can dance, You can jive, Having the time of your life!

 

* Double Dj’s - Boven op de berg
Non fatevi ingannare dal coretto infantile in sottofondo, questa potrebbe essere la cugina neerlandese di “Sul cucuzzolo della montagna”: ma non è un tributo, bensì un miglioramento! Nel paese che montagne non ha, i Double Dj’s riescono ad immaginare e descrivere con crudo realismo una storia d’amore da tragedia greca, con un piccolo nano impegnato a conquistare la ragazza avvistata dall’altro lato della valle. E se il modo migliore per raggiungerla fosse un trenino?

 

* Gebroeders Ko - Schat je, mag ik je foto?
Molto prima dei social network, dei selfie, di Instagram e delle più evolute frontiere dello stalking, i Gebroeders Ko (loro) avevano capito il potenziale unico della fotografia nelle interazioni sociali. Non sappiamo se le loro richieste di foto siano finite in qualche annuario o più probabilmente con delle denunce, ma quando parte questa il pubblico tira fuori il suo miglior sorriso.

 

* De Pitaboys - Waar is da feestje
Anche i Pitaboys sono una band importante, basta guardarli in faccia per capire quanto lavoro, quante birre, quante sagre, quanti hangover hanno dovuto superare per arrivare sin qui.Una fatica lunga come un’impresa pirenaica, che però termina con la soddisfazione unica di chi ce l’ha fatta. "È qui la festa?" è una hit adattabile ad ogni angolo del mondo, basta un coro di ubriachi. Se poi qualcuno ha il colpo di genio di registrarlo direttamente dalla consolle, il suo pezzo ce l’ha già pronto.

 

* De Kreuners - Ik wil je (blijf bij me)
In quale magnifico luogo del mondo una canzone d’amore potrebbe cominciare con “lecca il suo bicchiere mentre lei gli sorride”?

 

* Gerry & the Pacemakers  - You’ll never walk alone
La stagione del ciclocross include il Natale, anzi è imperniata sul Natale. Tra la metà di dicembre e la prima settimana di gennaio le gare si susseguono senza pausa, sarà per questo che i canti natalizi sono amatissimi da ogni dj, specie quelli di fama mondiale, specie quelli che allargano il proprio significato oltre l’amore e il consumo. Insomma, ben venga Mariah Carey, ma ancora di più vengano la fratellanza e i pugni al cielo. Non saremo mai soli. Mai.

 

* Frans Bauer - Heb je even voor mij
Certe volte i tendoni sono troppo stretti per un trenino. In quei momenti l’ardua scelta sta al capofila (capitato sempre lì per caso, e sempre con un tasso alcoolemico ben superiore ai limiti di guida): uscire all’aria aperta o insistere in una nuova spirale. Nel primo caso il trenino può anche disperdersi nei campi, o abbracciare alberi, tavoli, passanti e infine rientrare. Nel secondo diventerà una strana trappola psichedelica. Questo pezzo, che sembra uscito da una qualche scena di Lino Banfi sulla spiaggia di Copacabana, va benissimo per entrambe le scelte.

 

* Johnny Gold - Manuela
Ci sarebbe da parlare a lungo dell’effetto travolgente che ha un ritornello come questo su una folla ubriaca. Ma sarebbe profondamente ingiusto aggiungere anche solo una parola alla ricchezza di questo video.

 

* PartyfrieX ft. Schorre Chef - Ik moet zuipen
“Ik moet zuipen” è il pezzo che avrebbero scritto i Ricchi & Poveri se fossero nati in Belgio e fossero cresciuti nell’epoca dei voli low-cost per Ibiza. Invece ci hanno pensato i PartyfrieX a trascinare la festa in un ritornello che ripete semplicemente: “Devo bere!

 

* Rob de Nijs - Zondag
Se non fosse per il nome che ricorda da vicino il più grande atleta della disciplina, “Zondag” non sarebbe un pezzo particolarmente adatto alla festa. Ma zondag è la domenica, e la domenica è il giorno del ciclismo, per il quale questo sembra davvero un canto d’amore:

Il mondo è fermo per un momento per noi oggi
E la tua mano che mi brucia mi accarezza lentamente
I tuoi occhi ridono quando ti chiedo gentilmente:
“Vuoi di più, vuoi, vuoi?”
Domenica, domenica, oggi ti sto vicino tutto il giorno
Domenica, domenica, abbiamo tempo per passare un bel po’ di tempo

 

* Ronny Dab - Doe Die Dab (Alles kapot!)
Pugni al cielo, birra in mano, volume al massimo, ora si parte. Alles kapot!

 

* Jettie Pallettie - Hey Knull!
Tra le figure fondamentali dei dancefloor da tendone non si può non menzionare Jettie Pallettie. Questa bizzarra cantante drag è stata ideata dall’artista olandese Jet Westerhuis dieci anni fa proprio per raccontare ad animare le feste. Lo ha fatto con una rafficata di singoli di successo e di omaggi al popolo danzante. Da “Fest in de tent”, versione da sagra di YMCA, all’amatissima “Ik zit in een cafeetje”. Nulla però riesce ad esaltare il popolo come “Hey Knull”, una storia di casalinghe senza freni nei weekend delle Fiandre.

 

* DJ Goldenboy - Tom Boonen
Il ciclismo è uno solo, è una grande famiglia. Che si svolga sulle montagne o nei velodromi, tra erba, fango o asfalto, non vi sono differenze nei cuori di chi lo vive. Non ci si può stupire quindi quando durante una corsa di ciclocross risuona un pezzo dedicato a una star del ciclismo su strada, anche perchè a queste latitudini è probabilmente la stella più grande del firmamento di questo secolo. E allora la storia è sempre quella: la cassa comincia ad aumentare i BPM e il grido si solleva: “Tommeke! Tommeke! Tommeke!.

 

* Stef Ekkel & René Karst - Liever te dik in de kist (Dan weer één feestje gemist)
Se il popolo delle Fiandre dovesse scrivere un pezzo autobiografico per raccontare i propri lunedì, uscirebbe qualcosa di molto simile a questo. Una sintesi della dieta, degli usi e dei costumi fiamminghi, riassunti alla perfezione in tre minuti e cinquantacinque secondi. Il titolo si traduce più o meno con un “meglio essere grassi nella bara”, per approfondire guardate il video, che intanto io vado a ordinare una birra e dei fritti.

 

Ancora non basta? Allora cliccate a questo link e scoprite l’intera playlist. Prima assicuratevi che il frigo sia carico a sufficienza però.

 

 

 

 

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