Vivere dall’interno certi momenti storici, ce ne stiamo accorgendo, è un’esperienza sopravvalutata. La Storia è insensibile, impersonale, un pachiderma che tutto travolge e tutto stritola. La Storia andrebbe studiata, quasi mai vissuta; la Storia è troppo grande per le nostre piccole vite, per le nostre storie scritte in minuscolo, già incontrollabili e sfuggenti di loro. Dalla Storia il più delle volte sentiamo il bisogno di dissociarci, di allontanarci. Di fuggire, addirittura, come un ciclista con in tasca un sogno e nella testa poca razionalità.

Lo scorso autunno Tadej Pogačar confessò di fregarsene del futuro e del suo ruolo nella storia, eppure quella che continua a compiere è un'operazione di ricodifica del ciclismo. Abbatte record longevi nelle corse storiche e apre scenari nuovi nelle gare più giovani.

BIKLE è una versione modificata (non ufficiale) di WORDLE, l'ipnotico gioco enigmistico in cui bisogna indovinare ua parola di 5 lettere in 6 tentativi. Solo che questa nostra versione ha la particolarità di essere stata pensata per agli appassionati di ciclismo!

I mondiali di ciclocross negli USA hanno premiato Marianne Vos e Tom Pidcock. Ancora una volta.

Considerando che il Tano Belloni era nato a Pisighitòn, in italiano Pizzighettone, nome poco ciclistico, e anche luogo poco ciclistico, tant’è che di corridori buoni non ne è venuto su più nessuno.

 

Quello del ciclista non è un lavoro che fai dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18. Ti alzi la mattina e sei già “sulla bicicletta”, vai a letto e sei ancora “sulla bicicletta”. Vai a bere una birra e sai che forse il giorno dopo ti farà più male che bene. E così con il cibo, il riposo, il recupero, il sonno. Apri Twitter, accendi la tv, qualunque cosa, sei sempre alle prese con una notizia di ciclismo.

Come da tradizione, vi riproponiamo in conclusione d'anno i nostri contributi che nel corso dei dodici mesi appena trascorsi vi hanno appassionato e coinvolto maggiormente.

4) "Diverso da tutti gli altri", l'impresa di Wout van Aert nella tappa della doppia scalata del Mont Ventoux, al Tour de France 2021

3) "La Roubaix fa rumore", il racconto di una delle Parigi-Roubaix più emozionanti degli ultimi decenni

Il regolamento delle gare di inseguimento a squadre maschili è semplice: quattro ciclisti per parte prendono il via dai due rettilinei opposti della pista, chi per primo raggiunge l’avversario vince. Si chiama “inseguimento” per questo.

Se avesse avuto il tempo di guardarsi attorno e fermarsi a ponderare i nomi e il cursus honorum dei sei che insieme a lui si apprestavano a giocarsi la vittoria di una delle corse più spaventosamente competitive degli ultimi anni, Michael Gogl avrebbe scorto in ordine sparso: il campione del mondo in carica di ciclismo su strada; il campione del mondo in carica di ciclocross; il vincitore dell’ultimo Tour de France; il vincitore dell’ultima Milano-Sanremo; il vincitore del penultimo Tour de France; il debuttante più impressionante di questo scorcio si stagione.

Visto di profilo, Wout van Aert sul Mont Ventoux sembra uno speleologo. Gli occhiali che sporgono dalla parte anteriore del caschetto aggiungono alla sua sagoma la parvenza di una lampada frontale, come se il belga pedalasse nell’oscurità di una caverna e non nella luce biancastra del Gigante.

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