Svelato nel giorno in cui Alaphilippe ha perso la maglia gialla, il percorso di Imola si è presentato da subito ai suoi occhi come un grande foglio da riempire. E mentre qualche funzionario in Romagna faceva i calcoli sulla quantità di bitume necessaria per riasfaltare le strade di Gallisterna, Alaphilippe ha cominciato a immaginare il proprio contributo da immortalarvi.

Nello slang statunitense esiste un termine che indica la capacità di compiere diverse attività senza perdere energie e concentrazione, come farebbe un animale concentrato sulla preda: beastmode. Come vincere un Giro e due titoli mondiali nella stessa settimana, come Anna van der Breggen nel 2020.

Il destino in genere segue percorsi strani, eppure a volte si incammina su strade ben segnate, quasi abituali. Oggi Davide Cassani ha conquistato il suo primo mondiale da commissario tecnico nello stesso posto in cui decise di diventare un corridore, più di 50 anni dopo.

L'affollamento del calendario di questa strana stagione ci vede già alle prese con i mondiali di Imola , ma lasciateci tornare ancora una volta a quello che è successo fino a domenica scorsa. Per ringraziarvi.

Non tutte le stagioni possono essere farfalle e arcobaleni. Tranne per Anna van der Breggen, che cinque giorni dopo aver conquistato il Giro Rosa si mette addosso l'unica maglia iridata che le mancava e al collo la sua undicesima medaglia mondiale.

Articolo pubblicato la prima volta il 10 agosto 2020.

 

Ho cercato di rimandare questa riflessione il più possibile, ma mi sembra evidente che l’attualità la renda giorno dopo giorno meno procrastinabile. La questione, in parole molto povere, è: come comportarsi con Remco Evenepoel? Quanto lasciarsi trasportare dalle sue imprese? In che misura fare (o non fare) il tifo per lui?

Un ricordo di Sergio Zavoli, giornalista "sulla strada", ideatore del Processo alla Tappa, rivoluzionario del racconto televisivo del ciclismo.

Le chiamano strade bianche ma di bianco c'è ben poco: un manto di brecciolino grigio che la macina del tempo ha tramutato in purè giallastro, che fa della meta da raggiungere non più una linea bianca, ma una delle fonti di Siena. E ad ascoltarle in silenzio si può sentirle raccontare.

Il ciclismo è memoria, imprese epiche, fatti più o meno curiosi, luoghi mitici immortalati da immagini passate alla storia. E anche gli oggetti del ciclismo sono diventati culto, a partire da quello su cui si concentra la narrazione di questo libro: la borraccia; le bidon, come la chiamano i cugini d’oltralpe.

Ecco il nostro nuovo libro: un racconto della passione per il simbolo-borraccia attraverso aneddoti e incontri, cronache e soprattutto storie: storie raccolte durante il Giro d’Italia, messaggi che a ogni corsa raggiungono vecchi e bambini e chiunque attenda paziente a bordo strada, in un misto di stupore e gioia, la consegna di quello che è molto più di un souvenir.

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