Reto Hollenstein, un metro e 97 di passista, è felice di quello che fa. E poco importa se non ha ancora vinto una gara in undici anni di professionismo. Sa comunque rendersi utile.

Cesare Benedetti finalmente ha vinto una corsa in carriera, ma non è che per lui cambi chissà cosa.

Il primo Tour de France Nathan Brown l'ha fatto da ragazzino, in vacanza direttamente dal Tennessee. Le prime borracce le ha raccolte sull'Alpe d'Huez, e da allora il suo amore col ciclismo non si è mai fermato.

Questi giorni in maglia rosa di Conti parlano di futuro. Vorrebbe vincere il Giro, un giorno, o magari una grande classica, meglio ancora se tutt’e due. Vorrebbe diventare meno umile, se possibile, e tenere i piedi appena più sollevati da terra.

Secondo Mikkel Honoré esiste un legame intrinseco tra ciclismo e filosofia. E forse anche tra ciclismo e dialetto veneto.

Anche la tappa più piatta del Giro può diventare il terreno per un'avventura, o almeno per un'esplorazione, che è meglio fare in due che da soli. Mentre gli altri si preoccupano di cosa mangeranno a pranzo.

C'è un corridore sloveno che è arrivato al ciclismo quasi per caso, dopo un infortunio in uno sport invernale. Primož Roglič? Sì, certo. Ma prima di lui, Grega Bole.

Benchè non abbia ancora 30 anni, Salvatore Puccio è già un senatore della Ineos, soprattutto della squadra giovanissima portata al Giro d'Italia. Uno dei più grandi, ma che si sente ancora piccolo.

San Marino sta sui monti ma è una Repubblica che nasce dal mare. E come il Giro ha due reggenti

Non solo un gregario fidato per Primož Roglič, Koen Bouwman a questo Giro d'Italia si è reso protagonista di un grande gesto di sportività dopo la caduta di Frascati.

Pagine